a
Trento
L’esposizione è
stata inaugurata sabato 19 luglio 2014 presso il prestigioso
Museo delle Scienze di Trento. Le meravigliose sculture di
Lucchi, ventotto installazioni e complessive sessantaquattro
opere, sono esposte nel prestigioso quartiere delle Albere,
progettato da Renzo Piano e presso lo spettacolare Museo
delle Scienze di Trento, il Muse, che dalla sua apertura,
avvenuta esattamente un anno fa, continua ad attirare un
incredibile numero di visitatori.
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Si tratta di una
mostra temporanea che durerà fino alla fine di ottobre,
promossa dall’assessorato alla Cultura della provincia di
Trento e dal Muse, Museo delle Scienze. I partner sono il
Comune di Trento, APT Trento, Castello SGR (realizzatrice
del nuovo quartiere). La mostra, la cui curatrice è la
critica C. Perrucchetti, è stata organizzata dal Gruppo
Dettofatto di Paola Vicini Conci, mentre il Servizio per il
sostegno occupazionale e la valorizzazione ambientale della
Provincia (SOVA) ha fornito il prezioso supporto tecnico (trasporti
e allestimento).
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Le opere rappresentano
idealmente più di vent’anni di scultura dell’artista trentino, nato
a Levico nel 1951 (ha studiato all’Istituto d’Arte di Trento e ha
poi completato gli studi al Magistero delle Belle Arti di Urbino).
Le sue prime sculture infatti risalgono al lontano 1991: i Menhir, i
Megaliti, gli Sferoidi a cui si aggiunsero gli Androgini, figure
femminili, coppie, e poi donne dalle forme morbide, le Perle, e
altre sculture come «Demetra», «Terra madre», gli «Steli della
memoria» affiancati a installazioni di particolare suggestione come
«Dondolo», «Finestra», «Naiadi, le ninfe dei laghi».
La terra è da sempre la materia da cui nascono le sue figure che,
mediante il rito del fuoco, lui trasforma in terracotta nel suo
atelier, trasformandola poi in bronzi e porcellane; ultimamente la
sua innata curiosità lo ha spinto a interessarsi ad altri materiali,
come l’acciaio Corten, utilizzato da solo o abbinato al
semirefrattario per la realizzazione di gigantesche installazioni, e
il mosaico, un’antichissima tradizione che lui ha rinnovato in
versione contemporanea. Le opere di Bruno Lucchi trasformano il polo
espositivo in luogo di riflessione sul senso della storia,
dell’ambiente, della vita nel suo complesso. Le sue sculture,
disseminate tra gli ampi giardini e le zone d’acqua, catalizzano lo
sguardo e si collocano nello spazio dando e ricevendo il valore di
una presenza umana oltre il tempo. Per meglio interagire con lo
spazio aperto, Lucchi utilizza materiali derivati della natura, come
la terra, nella veste aggiornata del semirefrattario o semire e nel
suo connubio con l’acciaio corten, una lega di metalli con
ossidazione molto
scenografica che può variare nel tempo in base all’esposizione agli
agenti atmosferici. Tra i pezzi proposti, nello specchio d’acqua
svetta un gruppo di figure androgine, la Foresta degli oracoli,
proiettate verso il cielo su alti supporti in corten ruvidi e
rugginosi, che vanno a creare un contrasto cromatico e di materiali
affidato all’azione della natura. Alla verticalità stilizzata degli
androgini, Lucchi oppone, adagiata ai bordi delle vie d’acqua,
una delle sue Perle,
veneri contemporanee che rivisitano i primordi della civiltà per
recuperare il senso perduto della gioia di vivere, nel libero
contatto con la natura. In grandi dischi in semire con luminosi
inserti a mosaico si dispiega un assetto compositivo non figurativo:
Madre Terra e Demetra determinano il paesaggio in modo armonico,
ripercorrendo concettualmente gli archetipi della formazione del
mondo. Alcune istallazioni con figure in bronzo, infine, vanno ad
abitare alcuni scorci tra il MUSE e Le Albere, fino a conquistare lo
sfondo dell’omonimo palazzo fortezza del XVI secolo. Inserite in
strutture in corten di impatto evocativo, le
sculture installate
spaziano dal Dondolo al Custode del tempio, dalla Finestra alla
recentissima ed inedita Naiadi, le ninfe dei laghi.Con
l’inaugurazione del MUSE e l'apertura alla frequentazione del
quartiere Le Albere e del suo parco, la città ha acquisito un nuovo
spazio urbano di grande qualità architettonica e di uso. Lo
dimostrano i giovani, le famiglie che hanno iniziato a frequentare
il parco e anche i visitatori del MUSE che, in arrivo o dopo la
visita, si intrattengono per fotografare le suggestive combinazioni
architettoniche del quartiere. Questo bell'insieme di qualità
architettoniche, spazi verdi e luoghi culturali, ha creato le
condizioni per l'avvio di un'iniziativa - già accolta ai tempi dello
studio di fattibilità del
MUSE - che prevede la
realizzazione di progetti espositivi in esterno. Il progetto "MUSE
en plein air" promosso e curato dal MUSE, vede l'adesione della
Provincia autonoma di Trento e del Comune di Trento. La Società
Castello sgr si è affiancata all'iniziativa, sostenendo il progetto,
quale occasione di valorizzazione del quartiere Le Albere, sempre
più uno spazio di ritrovo, di condivisione e di vita quotidiana per
tutti i trentini e non solo. Il Servizio Conservazione della natura
e valorizzazione ambientale della provincia ha fornito il supporto
tecnico. La curatela scientifica della mostra è di Carmela
Perrucchetti, il coordinamento generale di DettoFatto - Paola Vicini
Conci. Le opere saranno assicurate da Itas assicurazioni.
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