Enio Home Page

 

 

Dosso Dossi

 

 

67° compleanno

 

 

Foto del 67°

 

 

Arte e Persuasione

 

 

40° Alessandra

 

 

CARICATURE

 

 

Indice Riferimento

 

 

«Lo spazio abitato»-Mostra di Bruno Lucchi al Museright

a Trento

 

L’esposizione è stata inaugurata sabato 19 luglio 2014 presso il prestigioso Museo delle Scienze di Trento. Le meravigliose sculture di Lucchi, ventotto installazioni e complessive sessantaquattro opere, sono esposte nel prestigioso quartiere delle Albere, progettato da Renzo Piano e presso lo spettacolare Museo delle Scienze di Trento, il Muse, che dalla sua apertura, avvenuta esattamente un anno fa, continua ad attirare un incredibile numero di visitatori.

Si tratta di una mostra temporanea che durerà fino alla fine di ottobre, promossa dall’assessorato alla Cultura della provincia di Trento e dal Muse, Museo delle Scienze. I partner sono il Comune di Trento, APT Trento, Castello SGR (realizzatrice del nuovo quartiere). La mostra, la cui curatrice è la critica C. Perrucchetti, è stata organizzata dal Gruppo Dettofatto di Paola Vicini Conci, mentre il Servizio per il sostegno occupazionale e la valorizzazione ambientale della Provincia (SOVA) ha fornito il prezioso supporto tecnico (trasporti e allestimento).

Le opere rappresentano idealmente più di vent’anni di scultura dell’artista trentino, nato a Levico nel 1951 (ha studiato all’Istituto d’Arte di Trento e ha poi completato gli studi al Magistero delle Belle Arti di Urbino). Le sue prime sculture infatti risalgono al lontano 1991: i Menhir, i Megaliti, gli Sferoidi a cui si aggiunsero gli Androgini, figure femminili, coppie, e poi donne dalle forme morbide, le Perle, e altre sculture come «Demetra», «Terra madre», gli «Steli della memoria» affiancati a installazioni di particolare suggestione come «Dondolo», «Finestra», «Naiadi, le ninfe dei laghi».



La terra è da sempre la materia da cui nascono le sue figure che, mediante il rito del fuoco, lui trasforma in terracotta nel suo atelier, trasformandola poi in bronzi e porcellane; ultimamente la sua innata curiosità lo ha spinto a interessarsi ad altri materiali, come l’acciaio Corten, utilizzato da solo o abbinato al semirefrattario per la realizzazione di gigantesche installazioni, e il mosaico, un’antichissima tradizione che lui ha rinnovato in versione contemporanea. Le opere di Bruno Lucchi trasformano il polo espositivo in luogo di riflessione sul senso della storia, dell’ambiente, della vita nel suo complesso. Le sue sculture, disseminate tra gli ampi giardini e le zone d’acqua, catalizzano lo sguardo e si collocano nello spazio dando e ricevendo il valore di una presenza umana oltre il tempo. Per meglio interagire con lo spazio aperto, Lucchi utilizza materiali derivati della natura, come la terra, nella veste aggiornata del semirefrattario o semire e nel suo connubio con l’acciaio corten, una lega di metalli con 

 

 

ossidazione molto scenografica che può variare nel tempo in base all’esposizione agli agenti atmosferici. Tra i pezzi proposti, nello specchio d’acqua svetta un gruppo di figure androgine, la Foresta degli oracoli, proiettate verso il cielo su alti supporti in corten ruvidi e rugginosi, che vanno a creare un contrasto cromatico e di materiali affidato all’azione della natura. Alla verticalità stilizzata degli androgini, Lucchi oppone, adagiata ai bordi delle vie d’acqua, 


 

una delle sue Perle, veneri contemporanee che rivisitano i primordi della civiltà per recuperare il senso perduto della gioia di vivere, nel libero contatto con la natura. In grandi dischi in semire con luminosi inserti a mosaico si dispiega un assetto compositivo non figurativo: Madre Terra e Demetra determinano il paesaggio in modo armonico, ripercorrendo concettualmente gli archetipi della formazione del mondo. Alcune istallazioni con figure in bronzo, infine, vanno ad abitare alcuni scorci tra il MUSE e Le Albere, fino a conquistare lo sfondo dell’omonimo palazzo fortezza del XVI secolo. Inserite in strutture in corten di impatto evocativo, le 

sculture installate spaziano dal Dondolo al Custode del tempio, dalla Finestra alla recentissima ed inedita Naiadi, le ninfe dei laghi.Con l’inaugurazione del MUSE e l'apertura alla frequentazione del quartiere Le Albere e del suo parco, la città ha acquisito un nuovo spazio urbano di grande qualità architettonica e di uso. Lo dimostrano i giovani, le famiglie che hanno iniziato a frequentare il parco e anche i visitatori del MUSE che, in arrivo o dopo la visita, si intrattengono per fotografare le suggestive combinazioni architettoniche del quartiere. Questo bell'insieme di qualità architettoniche, spazi verdi e luoghi culturali, ha creato le condizioni per l'avvio di un'iniziativa - già accolta ai tempi dello studio di fattibilità del

 

 

MUSE - che prevede la realizzazione di progetti espositivi in esterno. Il progetto "MUSE en plein air" promosso e curato dal MUSE, vede l'adesione della Provincia autonoma di Trento e del Comune di Trento. La Società Castello sgr si è affiancata all'iniziativa, sostenendo il progetto, quale occasione di valorizzazione del quartiere Le Albere, sempre più uno spazio di ritrovo, di condivisione e di vita quotidiana per tutti i trentini e non solo. Il Servizio Conservazione della natura e valorizzazione ambientale della provincia ha fornito il supporto tecnico. La curatela scientifica della mostra è di Carmela Perrucchetti, il coordinamento generale di DettoFatto - Paola Vicini Conci. Le opere saranno assicurate da Itas assicurazioni.


 


 

 

       Foto dell'avvenimento  Enio Home Page  Indice Riferimento

 
  

  Return to Top    

@nonnoEnio